L’elitista crede che la stragrande maggioranza di cittadini non sia capace di autogovernarsi e abbia bisogno di guide, e approva e sostiene la società duale.
Che lo dichiari espressamente o meno, l’elitista è convinto che ci sono due tipi di uomini: gli uomini con capacità superiori (i più forti, i migliori, l’élite, i dominatori), e quelli con capacità inferiori (i più deboli, il popolo, le masse, i dominati). I primi, e solo loro, governano e devono governare, legiferano e devono legiferare, comandano e devono comandare. Tutti gli altri devono essere esclusi dal potere, perché non ne sono all’altezza. Come eterni bambini essi dovranno essere tenuti sotto tutela da qualcuno che decida per loro e stabilisca cosa sia il loro bene e il loro male e come debbano essere felici.
L’elitista si affretta a giustificare l’apparenza, senza indugiare a chiedersi il perché delle cose che vede, senza argomentare adeguatamente il suo giudizio, ovvero senza preoccuparsi di dimostrare né che i dominanti sono anche i migliori, né che le masse sono veramente incapaci. E questo è, a mio avviso, il suo principale limite.